Monasteri della Moldavia e Bucovina (zona nord est della Romania)
14:37 Pubblicato da geobanano
Monastero Putna
Il più venerato dei monasteri moldavi. Fondato per destinarlo a propria sepoltura da Stefano il Grande nel 1466, fu ricostruito nel 1564 dal voivoda Gheorghe Stefan; le mura di cinta sono una ricostruzione del sec. XVIII, tranne la torre del tesoro, del sec. XV; gli ambienti convenuti sono del 1856. La chiesa, elegantissima, con paramento di arcate cieche divise, ha pianta a nartece, pronaos, cappella funeraria, naos con caratteristica cupola e santuario; la cripta rinserra a sinistra la tomba di Stefano il Grande (1504), della moglie e della famiglia.
Nel museo (visita a pagamento) si possono vedere: documenti, oggetti di culto, ricami in fili d’oro e perle (sec. XV), rilegature in argento, manoscritti miniati (tra cui il Tetravangelo con il ritratto di Stefano il Grande, 1473), icone, intagli in legno. Nella torre d’ingresso, esposizione dedicata al massimo poeta rumeno Eminescu. Presso il monastero c'è una piccola chiesa in legno, forse la più antica del genere in Romania costruita nel 1346 dal voivoda Dragos a Radauti, e trasportata qui nel 1468 da Stefano il Grande: racchiude un iconostasi del 1468.
Monastero Moldovita
Il Monastero venne costruito nel sec. XIV per volere di Alessandro il Buono (ne rimangono le rovine) e rifondato nel 1532 dal voivoda Petru Rares, lo circonda un muro di difesa spesso di 1.20 m e alto 5 m, con tre torri (cinque in origine). Oggi è affidato ad una comunità monastica femminile. La chiesa, del tipo canonico di Stefano il Grande, presenta alcune diversità: naos sopraelevato con torre, nascete aperto da tre arcate, porte e finestre gotiche. La pianta è trilobata con abside optagonale, sottolineata all’esterno dalla presenza di nicchie allungate; la cupola, esagonale ha un doppio tamburo stellare e reca tracce di affreschi negli archetti ciechi. L’edificio è stato oggetto di importanti lavori di restauro e consolidamento tra il 1954 e il 1960.
Gli affreschi esterni (1537), collocabili cronologicamente tra quelli di Humor e Voronet, esaltano l’importanza moldava per ottenere il massimo realismo nelle scene di vita quotidiana, umanizzando i personaggi. Le tonalità dei colori sono smorzate dalla predominanza del giallo-ocra, lo schema è quello liturgico moldavo. Abside: le Gerarchie celesti e terrene, muro settentrionale, muro meridionale.
Interno. Gli affreschi, ritoccati parzialmente nel sec. XVII, seguono parimenti il canone ortodosso.
Nell’antica clisarnita (refettorio) del 1612 è ospitato il Museo (visita a pagamento): parametri, oggetto di culto, icone, manoscritti, il magnifico trono del voivoda Petru Rares, un’icona scolpita e dipinta raffigurante i voivoda di Moldavia, a partire dal fondatore Alessandro il Buono, e due splendidi epitaffi dell’epoca di Stefano il Grande. I manoscritti miniati testimoniano l’attività culturale e artistica del monastero fino al sec. XVII.
Monastero Voronet
Il monastero oggi è scomparso e si conserva solamente la stupenda chiesa detta “il gioiello della Bucovina”. Costruita con la consueta rapidità dal 26 maggio al 14 settembre del 1488 da Stefano il Grande, ultima delle quattro chiese volute dal potente voivoda. Lo schema è quello ormai canonico (dopo la chiesa della Trinità di Siret), e vuole essere una sintesi tra il linguaggio bizantino e quello gotico; le proporzioni ridotte mediano l’orizzontalità bizantina e lo slancio verticale gotico; la decorazione esterna accetta l’interpunzione gotica (finestre e porte) tra il bizantino. La chiesa vuole essere un omaggio di Stefano il Grande all’umile monaco Daniil, suo consigliere, che qui aveva una cappella in legno. Al tempo della costruzione appartengono le pitture (1488-1496) dell’interno del santuario e del naos.
Gli affreschi esterni rappresentano uno dei vertici dell’arte europea, dove il colore, il celeberrimo “azzurro di Voronet”, è protagonista assoluto.
Sulla facciata del nartece (1547-1550) si può intravedere il Giudizio Universale, il più famoso dell’arte moldava eseguito nel 1550 forse dal pittore Marcu.
Monastero Dragormina
Il Monastero è abitato da una comunità femminile, nei pressi di Padurea Adincata, riserva naturale; il monastero fu fondato nel 1602 dal metropolita Anastasie Crimca, erudito calligrafo iniziatore di una scuola di miniatura e grande mecenate; nel 1627 il complesso fu circondato da un giro di poderose mura con contrafforti e torri laterali, a opera del voivoda Miron Barnovschi.
Entro le mura si eleva la bellissima chiesa del 1608, prototipo delle chiese della Moldavia: stupisce per lo slancio verticale (42 m), quasi incredibile in confronto alla larghezza (appena 9.60m); la decorazione esterna ha come elementi caratteristici una rilevata cordonatura a metà altezza (il cosiddetto brau, cintura), simbolo religioso e insieme civile (la Trinità e l’unione dei tre voivodi romeni), che si ripete in tutte le chiese moldave. La cupola, su tamburo stellare, è riccamente ornata di motivi geometrici e naturalistici (questi elementi avranno la loro massima esaltazione nella Chiesa dei Tre Gerarchi di Iasi). Nell’interno stupenda la cupola di naos, con arcature segnate da rilevanti profili, simili alla cintura. Gli affreschi del naos e del santuario attestano un’esuberanza nuova nella pittura moldava. Nella vecchia scuola del 1626, l’antico refettorio gotico ospita il Museo (visita a pagamento),che raccoglie libri preziosi, manoscritti e miniati dal metropolita fondatore Crimca, un epitaffio del 1610 e un altro del 1626, entrambi capolavori di ricamo, con perle e fili d’oro e d’argento.
Altri monasteri e chiese: Mon. Humorului, Monastero Varatec, chiesa di Arbore, chiesa di Patrauti, ecc.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------
Monasteri dell’Oltenia (zona sud centrale della Romania)
Tutta la zona a nord e a ovest di Rimnicu Vilcea raccoglie celebri monasteri, importanti per lo studio dell’arte e della civiltà valacche.
Monastero Govora
Fu costruito nel 1496 sotto il voivoda Radu il Grande e divenne un importante centro di cultura; nel sec. XVII Matei Basarab vi installò una stamperia nota in tutti i Balcani come tipografia di libri religiosi in lingua slava e di libri di diritto e di eloquenza in lingua romena. All’inizio del sec. XVIII il monastero fu rifatto da Costantin Brancoveanu; notevoli sono gli affreschi, terminati nel 1711, l’iconostasi in legno di tiglio (1705) e le icone di artisti bulgari. Vicino il monastero Surpatele, fondato dalla moglie di Brancoveanu.
Monastero “Dintr-un lemn” (“Di un solo legno”)
Il monastero femminile trae il nome (“Di un solo legno”) dalla leggenda che lo vuole originato da una cappella in legno ricavata da una sola quercia. La fondazione è attribuita al siniscalco Preda Brincoveanu, nipote di Matei Basarab, verso la metà del sec. XVII; altre aggiunte vennero apportate, nel 1684, da Serban Cantacuzino; altre ancora venero fatte dalla superiora Platonica nella prima metà del sec. XIX e dell’accurato restauro del 1938-1939. Nel cortile al cui centro c'è la chiesa, un’oasi di verde invade e rivela una profonda influenza austriaca. La chiesa, capolavoro dell’architettura valacca, è uno slanciato e stretto edificio a pianta trilobata, del tempo di Preda Brincoveanu. Due torri si alzano dal pronaos e dal naos; il portico e gli ornamenti gotico-moldavi delle finestre sono del tempo di Serban Contacuzino. Sotto il portico si nota la pietra tombale (1734), con l’aquila bicefala dei Cantacuzino.
Un locale del convento, a destra della chiesa principale, è adibito a Museo di oggetti di culto e documenti.
Monastero Cozia
Fu fondato nel 1386 dal voivoda di Valcchia Mircea cel Batrin (Mircea il Vecchio). La chiesa è un capolavoro dell’architettura nei moduli dei monasteri serbi della Morava: stupendi sono gli ornamenti scultorei esterni (intorno alle finestre e agli archi), in terracotta, che alleggeriscono la massa dei corsi alternati di mattoni e pietre; il portico d’ingresso è un'aggiunta di Costantin Brincoveanu (1707).
Interno. Presenta affreschi di eccezionaole valore: quelli del nartece e del naos, del sec. XVIII, recano i ritrati di Mircea e della famiglia di Brincoveanu, quelli del pronaos risalgono al sec. XIV; nel pronaos, la tomba di Mircea e di Teofanie, madre di Mihai Viteazul (Michele il Bravo); l’iconostasi è un pregevole lavoro di arte brancovana.
Gli edifici conventuali e le fontane del cortile sono di epoche varie; di fronte alla chiesa c'è la fontana di Brincoveanu (inizio sec. XVIII); a nord-est sorge la fontana di Neogoe Basarab nel 1517, e dietro si trova la cucina costruita da Brincoveanu nel 1711. Nel lato nord, ospita il Museo (visita a pagamento), dove si possono trovare oggetti d’arte sacra e documenti. Sul lato opposto della strada sorge, la preziosa "Chiesa dell’ospedale", eretta da Radu Paisie nel 1453, gioiello dell’architettura valacca: è un edificio a corsi alterni di mattoni e pietre, con parametro esterno ad archi ciechi; coevi sono gli affreschi interni.
Monastero Bistrita
Costruito alla fine del sec. XV, venne distrutto nel 1508 da Mihnea del Rau (Mihnea il Cattivo), rifatto nel 1520 dal nobile Barbu Craioveanu e quasi del tutto ricostruito nel 1856 dal voivoda Bibescu. Di antico non rimane che la "Chiesa dell’ospedale", del tempo di Barbu Craioveanu (affreschi del portico), e gli affreschi del tempo di Costantin Brincoveanu (1710).
Monastero Arnota km 4 a nord-est di Bistrata, per una strada molto stretta, elevato su una collina, tra gli alberi, a dominio delle gole di Bistrata.
Fondato nel 1633 da Matei Basarab e decorato di pitture murali nel 1644, fu ritoccato nel 1695 da Costantin Brincoveanu; gli edifici conventuali vennero ricostruiti nel 1852-1856. La chiesa è del tipo tradizionale (pianta tribolata, ornamentazione a nicchie), con portico e torre del pronaos del tempo di Brincoveanu; gli affreschi risalgono quasi tutti in quest’epoca; nel naos, la tomba (1648) del vornic (governatore) Danciu, padre di Matei Basarab.
Monastero Hurez km 47 a ovest, a destra della strada DN 67.
Costituisce il capolavoro e il prototipo dell’arte brincovana, voluto e costruito (1688-1697) da Costantin Brincoveanu; gravi danni vengono recati al magnifico complesso nel 1787, durante la guerra russo-austriaco-turca; un lungo restauro nel 1957 ha ridato al monumento l’aspetto originario. All’ingresso del monastero si trova la cappella di Sfintul Mihail, chiesa del villaggio, del tempo di Costantin Brincoveanu. All’esterno, il monastero si presenta come una bianca fortezza chiusa da muraglie; dal lato meridionale si entra nel cortile esterno, con le antiche scuderie a destra e una fontana del 1838 davanti alla torre-portico che immette nel cortile interno.
La chiesa principale, vero gioiello architettonico, magnificamente equilibrata nel volumi, ha la consueta pianta triconca con portico, pronaos, naos absidato e santuario triabsidato.
Gli edifici conventuali sono aperti su tre lati, verso il cortile, da due ordini di eleganti arcate; una ricca scala sale al notevole portico di Dionisie, voluto nel 1752 da Dionisie Balacescu (rifatto nel 1872); dal portico si sale alla galleria superiore per visitare i fastosi interni: l’appartamento degli igumeni, l’antico appartamento voivodale e la cappella superiore (1706), ornata di affreschi e con una magnifica iconostasi del tempo.
La visita del Museo è a pagamento, che annovera: oggetti di culto, parametri, candelabri, libri manoscritti e miniati, icone popolari del sec. XVII.
Monastero Polovragi, km 67 a ovest, a destra della strada DN 67.
In uno splendido quadro naturale, all’uscita delle gole dell’Oltet, sorge questo monastero iniziato nel 1643 da Danciu Paraino e terminato da Costantin Brincoveanu. La chiesa principale, che rispetta i canoni tradizionali, reca affreschi del 1703 (sul muro d’ingresso il Monte Athos, di un pittore greco e ritratti di personaggi principeschi; iconostasi del 1700); nella Biserica Bolnita (chiesa dell’ospedale) del 1736 si trovano affreschi coevi. Presso il monastero si aprono le chele Oltetului (gole di Oltet), lunghe 1 km e con pareti alte 100 m; all’inizio, a sinistra, si interna nel monte, per 900 m, la grotta Polovragi, ricca di concrezioni.
0 commenti:
Posta un commento